SVILUPPO: Il capitalismo può essere verde?
Stephen Leahy
![]() |
![]() |
![]() |
TORONTO, 15 maggio 2007 (IPS) – Il capitalismo si è rivelato non sostenibile a livello ambientale e sociale, e perciò la prosperità futura dovrà venire da un nuovo modello economico, sostengono alcuni esperti. Su come sarà questo nuovo modello è in corso un intenso dibattito.
Una delle correnti di pensiero sostiene che la crescita continua può essere eco-compatibile, se verranno adottate tecnologie pulite ed efficienti, e se le economie abbandoneranno la produzione di beni materiali per orientarsi verso i servizi. Un approccio noto come “prosperità sostenibile”.
Gli accordi internazionali per combattere i problemi globali, come l’assottigliamento dello strato d’ozono dell’atmosfera e il cambiamento climatico, hanno utilizzato i principi del mercato per conformarsi al settore privato.
Ma il problema è che “stiamo consumando il 25 per cento in più rispetto a ciò che la Terra può darci ogni anno”, ha segnalato William Rees, della School of Community and Regional Planning della University of British Columbia.
Rees e altri esperti hanno concluso che il consumo umano annuale delle risorse naturali oltrepassa del 25 per cento la capacità ecologica del pianeta di rigenerare queste stesse risorse; una percentuale in aumento sin dal 1984, quando è stato calcolato per la prima volta il superamento della soglia di capacità.
“Il nostro pianeta ha bisogno di capitale naturale (risorse), come gli alberi, per procurare all’ecosistema i servizi di aria e acqua pulita da cui tutti dipendiamo”, ha spiegato Rees in un’intervista. Rees è stato tra gli ideatori, nel 1992, del concetto di “impronta ecologica”, un indicatore della porzione di territorio di cui una determinata popolazione necessita per produrre in maniera sostenibile tutte le risorse che consuma, e assorbire i rifiuti.